Lo scorso novembre il nostro Gruppo ha potuto fornire un importante contributo alla ricerca, assicurando il supporto tecnico al lavoro dei ricercatori dell’Università di Salerno, impegnati in un progetto di grande interesse per la gestione sostenibile del turismo speleologico nelle Grotte di Pertosa-Auletta.
Le cavità sotterranee rappresentano alcuni tra gli ambienti meno conosciuti del nostro pianeta. Escludendo, infatti, i noti processi di solubilizzazione e precipitazione dei carbonati, che portano alla formazione di vuoti nelle rocce, nonché di speleotemi, poco si sa riguardo all’ecologia di questi affascinanti ecosistemi. Nonostante ciò, le grotte sono spesso oggetto di adattamenti turistici, a cui si associa molte volte un’irreversibile compromissione degli equilibri biogeochimici, la cui portata non è, ad oggi, valutabile con precisione, proprio a causa della scarsità di informazioni in merito. Tra le conseguenze degli adattamenti turistici che destano maggiore preoccupazione, vi è lo sviluppo di comunità fotoautotrofe e mixotrofe, comunemente note come “lampenflora”, causate dall’utilizzo di sistemi di illuminazione artificiale. Queste comunità (che comprendono muschi, licheni, alghe, felci e piante superiori, cianobatteri e funghi) sono considerate tra le principali responsabili dell’alterazione dei processi chimico-fisici in atto sulle superfici, con possibili conseguenze sulla conservazione degli speleotemi, nonché delle vermicolazioni, la cui genesi e il cui sviluppo non sono ancora stati propriamente delucidati.
Il progetto, curato dal gruppo di ricerca di Ecologia del Dipartimento di Chimica e Biologia “Adolfo Zambelli” dell’ Università degli Studi di Salerno (Prof.ssa Daniela Baldantoni – Dott.ssa Rosangela Addesso – Dott. Alessandro Bellino), verrà condotto nel sistema carsico delle Grotte di Pertosa-Auletta (SA), gestito dalla Fondazione MIdA, nel territorio del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVDA), che, dal 2010, vanta l’inserimento nella Rete Europea dei Geoparchi (European Geoparks Network-EGN) per il suo importante patrimonio geologico. Tale sistema, ogni anno ospita decine di migliaia di visitatori ed è caratterizzato dalla presenza di 4 tratti, soggetti a diversa fruizione turistica e quindi a differente impatto. L’obiettivo sarà quello di capire gli effetti degli adattamenti turistici nell’ambiente di grotta, in particolare sulle superfici rocciose ed altre strutture, come le vermicolazioni, con la definizione di strategie di mitigazione dei danni, mettendo a punto sistemi di controllo delle alterazioni legate alla fruizione turistica, in particolare della lampenflora, attraverso un approccio multidisciplinare. Tale lavoro vedrà, infatti, la collaborazione di diversi gruppi di ricerca internazionali e dell’Università di Bologna, nonché il supporto tecnico del Gruppo Speleo Melandro (Raffaele Coiro e Mario Di Grazia), per la delimitazione delle superfici interessate con materiali removibili. Un grazie va anche alla Fondazione MIdA per l’ospitalità e alla guida speleo Vincenzo Manisera per il supporto.